dos puntas

        
 

Il nome d’origine spagnola ci induce a desumere che si trattasse di un’arma in dotazione ai conquistadores, che invasero nel '500 gran parte del Sud-est asiatico. 

Un tempo, il dos puntas era un pugnale a due lame: una che spuntava dalla parte del pollice, l’altra dalla parte del mignolo. 

In questo modo con una sola impugnatura si teneva il coltello, sia con impugnatura diritta (hammer grip) sia con impugnatura rovesciata (icepick grip). Il principio della doppia punta si rivelò straordinariamente efficace nel campo della difesa personale, sostituendo alle lame un bastoncino appuntito. 

Nei territori asiatici, come per esempio l’arcipelago filippino, si tagliava una canna di bambù, rendendo acuminate le due punte e spesso facendo assumere a tale oggetto una forma di becco di flauto. 

In altri territori si usava un legno duro, sempre appuntito alle estremità. Con la stessa funzione sono anche state usate corna di animali o legni modellati a forma di corno.

 

Ai giorni nostri si usa un semplice bastoncino di forma cilindrica (come se fosse un tubicino), senza necessariamente appuntirlo all’estremità, poiché con la sua forma riesce ugualmente ad essere incisivo, soprattutto se usato sui centri nervosi dislocati nel corpo umano. 

Nelle società occidentali, a scopo di difesa, si sono foggiati tubicini di metallo, commercializzati come portachiavi (in alcuni casi con “ripieno” ovvero con il peperoncino da spruzzare o con lame sapientemente occultate, pronte ad emergere all’occorrenza).

La tecnica del dos puntas permette al praticante di usare qualsiasi oggetto, per rinforzare le sue capacità offensive e difensive, usando le tecniche in coppia, con la conoscenza della rete dei punti vitali o comunque sensibili.

 
Durata: 2 giornate singole oppure un weekend

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