E’ una sigla che racchiude tre modi di combattere a mani nude nati nelle Filippine e in Malesia.
PA sta a significare il panantukan, la boxe da strada filippina; TO sta per tomoi, una sorta di boxe malese, infine S sta per sikaran, disciplina che racchiude l’arte di calciare filippina.
Vale la pena di esaminarle brevemente tutte e tre:
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PANANTUKAN: conosciuta come dirty boxing ovvero boxe senza regole. Noi conosciamo due sistemi, uno arcaico in cui le mani si usano aperte e si eseguono i movimenti dei due bastoni nonché le strategie del coltello. Viene accordata una preferenza alle prese, rotture articolari e proiezioni. L’altro sistema è più moderno ed ha adottato i principi della boxe inglese, ovvero pugni chiusi, una guardia più serrata e si accorda una preferenza alle combinazioni di pugni. In entrambi i casi, oltre ai pugni, si usano colpi di piede e di ginocchio, leve articolari e altre tecniche del repertorio del kali.
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TOMOI: si tratta della boxe malese, un sistema sviluppatosi ai confini con la Tailandia, che forse risente dell’influsso del paese buddista, anzi secondo alcuni sarebbe una copia della boxe tailandese, mentre i Malesi del nord sono pronti a dimostrare che il loro sistema di boxe esiste da secoli.