Le arti marziali più interessanti, nate nei diversi cantoni dell’Asia, si rifanno all’osservazione degli animali.
Gli animali non fanno scuola d’arti marziali perchè ereditano, con il bagaglio genetico, il loro comportamento e le loro abilità di sopravvivenza. Da cuccioli, attraverso il gioco, riescono a richiamare quelle funzioni di velocità, resistenza, agilità, forza che saranno presto indispensabili per sopravvivere.
Ovviamente si tratta di una generalizzazione in quanto, anche se in piccola parte, pure gli animali imparano osservando il genitore o gli altri simili cacciare, correre, saltare ma più che un apprendimento di nuovi comportamenti si tratta di sviluppare ciò che è in embrione nel bagaglio della loro specie.
Per l’uomo, come sappiamo, è diverso: gran parte del suo comportamento lo deve apprendere, sono poche e indispensabili le funzioni che sono ereditate alla nascita. La capacità di apprendere, tipicamente umana, lo ha portato ad imitare e adattare tutto ciò che altre specie facevano per sopravvivere, arrivando così ad elaborare stili di combattimento improntati aull’osservazione, soprattutto dei grandi predatori.
Famosi sono gli stili animali sviluppatisi all’interno del monastero della giovane foresta in Cina (Shaolin): meno conosciuti ma non meno interessanti sono gli stili animali, che arricchiscono l’ampio e variegato repertorio del Silat Indonesiano e Malese.
Di seguito (nel menù a tendina) sono descritte una per una le arti praticate e insegnate dal Maestro Maltese:
Harimau lo stile della tigre
Kucing lo stile del gatto
Kerbau lo stile del bufalo
Ular lo stile del serpente
Buaya lo stile del coccodrillo
Elang lo stile dell’aquila
Moniet lo stile della scimmia
Torpedo lo stile della torpedine
Sterlak pur non essendo espressamente uno stile d’animale lo inseriamo in questo ambito poichè si richiama alle movenze dell’elefante.